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Quale Muffa sta Contaminando la Casa
I Tre Tipi di Muffa delle Abitazioni
Come identificare la categoria di muffa che contamina le superfici della stanza?
È fondamentale capire le dinamiche che le muffe instaurano, basate esclusivamente sulle specifiche condizioni microclimatiche presenti all’interno delle stanze.
Abbiamo spiegato cos’è la muffa in questa pagina, evidenziando come l’evoluzione le permetta di crescere e proliferare solo in presenza di particolari condizioni di temperatura, umidità e condensa.
Perché i semi delle muffe, le spore, inizino a vivere, l’umidità dell’aria (umidità relativa) deve raggiungere almeno il 70% o la parete deve avere un’umidità superiore al 65%.
Queste condizioni sono essenziali per permettere la germinazione delle spore fungine, dando origine alle macchie visibili sulle pareti.
Le muffe possono proliferare su quasi tutte le superfici, tranne quelle lisce e impermeabili come vetro, ceramica, metallo e porcellana. Inoltre, non riescono a svilupparsi nell’acqua liquida.
La probabilità di vedere ammuffire l’acqua all’interno di un contenitore è praticamente nulla.
I materiali delle pareti, dei soffitti, degli armadi e degli arredi nelle abitazioni, o i loro rivestimenti, sono soggetti alla contaminazione da spore di muffa.
Inoltre, ciascuno di questi materiali assorbe umidità in misura variabile, a seconda delle proprie caratteristiche fisiche e chimiche.

La Muffa Più Diffusa in Casa
Tipologia di Muffa Primaria:
la Muffa Primaria Xerofila, si distingue per il suo colore tenue, che varia dal verde al grigio chiaro, e per l’aspetto “polveroso”.
Cerca ambienti con un’umidità dell’aria al 70%, mantenuta per almeno due giorni consecutivi.
Questa muffa più diffusa in casa si espande su vaste aree delle pareti e cresce tipicamente in zone protette o nascoste: dietro le porte, dietro gli armadi, sul fondo dei cassetti dei mobili, all’interno di stanze prive di finestre e con scarso apporto di calore.
Se l’umidità dell’aria è fondamentale, altre sostanze nutritive vengono ottenute digerendo le pitture stesse o decomponendo la cellulosa del legno dei mobili e dei pannelli di rivestimento.
Sono generalmente poco radicate al supporto su cui crescono, permettendo una facile rimozione senza lasciare macchie o residui.
La loro leggerezza e asciuttezza le rendono altamente volatili.
Un semplice tocco o un lieve movimento sulla superficie può provocare il rilascio di un gran numero di spore.

Le muffe possiedono un’intelligenza conservativa che le aiuta a preservare la specie, rilasciando più spore quando vengono toccate, anche se con l’uso di antimuffa tradizionale.
Questo può intensificare la contaminazione della stanza.
Nel video mostriamo l’effetto esplosivo causato da un leggero tocco su queste muffe primarie, che avevano colonizzato il pannello posteriore di un armadio in una camera da letto.
Cosa Fare Contro le Muffe Primarie
Le cause scatenanti la crescita di queste muffe verdi sono l’umidità al 70% – che è un valore di umidità molto alto – e la presenza di pitture inadatte che si umidiscono.
La soluzione ideale è riequilibrare l’umidità interna attraverso un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore (VMC), che è quello che raccomandiamo e impieghiamo più frequentemente.
Per evitare la formazione di muffa, è essenziale rimuovere costantemente l’umidità dalle stanze.
Ridurre semplicemente l’umidità relativa, anche mantenendola al valore di sicurezza del 55% medio nelle 24 ore, non sarà sufficiente.
Infatti le muffe conservano la loro vitalità e mantengono attive le loro funzioni.
Inoltre, innescano meccanismi di difesa e sopravvivenza quando si trovano improvvisamente in situazioni di stress.
Questo significa l’immediato rilascio di ulteriori spore.
Decontaminare l’abitazione in modo appropriato e profondo, è fondamentale per evitare un ulteriore eccesso di contaminazione.

Le pitture inefficaci nel contrastare la crescita delle muffe e danneggiate irreparabilmente dall’azione aggressiva di queste, devono essere sostituite con un prodotto protettivo specifico.
È fondamentale utilizzare una pittura che prevenga la formazione di condizioni favorevoli alla muffa.
La Muffa dei Ponti Termici – muffa di tipo due
La seconda categoria di muffa che si sviluppa nelle nostre case è più esigente.
La Muffa Secondaria Mesofila richiede un’umidità non inferiore all’80%, arrivando fino al 90%.
Siamo alle prese con muffe che prosperano in ambienti con un’umidità vicina al 100%, prossima alla condensa.
Queste muffe si concentrano spesso in aree specifiche delle pareti e delle strutture murarie.
Sono quelle zone dove l’umidità raggiunge facilmente valori molto elevati.
Perché questo fenomeno si verifica in alcune aree delle pareti e in alcune case, mentre in altre no?
È importante chiarire la distinzione tra i valori di umidità dell’aria, ossia l’umidità relativa, e l’umidità presente sulle superfici e nei micropori delle pitture, dove si sviluppano le muffe secondarie.
Infatti, anche se sempre più spesso ci troviamo a diagnosticare problemi legati a un’umidità relativa dell’80%, è l’eccessiva dispersione di calore dai punti più freddi delle pareti che favorisce lo sviluppo delle muffe gialle.
I ponti termici presenti sull’intersezione tra pareti e soffitto, vicino ai battiscopa e al pavimento, o negli angoli tra due pareti adiacenti, causano un aumento dell’umidità nelle pitture e nelle rasature sottostanti, avvicinandosi al 90%..
Anche le abitazioni di nuova costruzione con cappotto isolante esterno possono essere soggette a muffe mesofile, non solo le case vecchie prive di isolamento esterno.
Le muffe di questo tipo presentano un colore giallo scuro, tendente al marrone. Appaiono meno asciutte rispetto ad altre muffe, a causa dell’elevato livello di umidità di cui hanno bisogno.
È comune vederle formarsi vicino alle pignatte del soffitto (come mostrato nella foto sottostante che illustra muffe causate da un ponte termico).
Si trovano anche attorno alle travi di legno o di acciaio sul soffitto.
Gli angoli di intersezione tra due pareti sono ulteriori punti critici per lo sviluppo di queste muffe, specialmente nella parte inferiore delle pareti.



Le abitazioni più colpite sono quelle al piano terra o che si trovano sopra ambienti non riscaldati come garage, rampe d’accesso, cantine, taverne, negozi e attività commerciali.
Altre aree a rischio per la crescita di queste muffe includono quelle soggette a frequenti, ma non eccessivi, sbalzi di temperatura durante il giorno.
Ad esempio, le pareti vicino a un frigorifero, quelle con fori di aerazione nella parte inferiore, o le pareti perimetrali di stanze non riscaldate.
Cosa Fare Contro le Muffe Secondarie
Le cause scatenanti la crescita di queste muffe marroni sono i forti sbalzi termici causati dai ponti termici.
La soluzione più efficace è eliminare correttamente il ponte termico, un processo che i nostri tecnici identificano attraverso diagnosi accurate.
Senza risolvere la rapida dispersione di calore causata dal ponte termico, saremo soggetti alla ricomparsa ciclica delle muffe a ogni cambio di stagione.
Il nostro obiettivo è identificare il metodo più efficace per eliminare il ponte termico, riequilibrando la temperatura delle pareti e dell’aria ambiente, e mantenere costantemente l’umidità relativa media al 55% nell’arco delle 24 ore.

La Muffa Nera – muffa di tipo tre
Le Muffe Terziarie Idrofile rappresentano l’ultima categoria di muffe che possono invadere le nostre case.
Sono facilmente identificabili per il loro aspetto e colore. Si presentano come macchie spesso di piccole dimensioni, nere o molto scure, spesse e dall’aspetto umido. Tendono a concentrarsi negli angoli, nelle intersezioni tra le pareti, sui bordi dei box doccia o sul silicone delle finestre.
Hanno un odore spesso intenso che invade la stanza, simile a quello di umido, cantina o sottobosco.
Sono particolarmente resistenti agli antimuffa – come tutte le muffe – e dedicheremo un approfondimento sui limiti dei prodotti a base di cloro.
La macchia non scompare facilmente.
Le muffe nere presentano maggiore aggressività verso i materiali sui quali si sviluppano e per la nostra salute.
Ma non per motivi particolari, ma alla loro intensa attività biologica, che rapidamente genera condizioni insalubri negli ambienti.
Queste muffe sono chiamate idrofile poiché necessitano di almeno il 90% di umidità relativa nell’aria o sulle superfici. Prediligono aree che restano umide a lungo e dove si verificano perdite di temperatura significative in modo discontinuo.
Durante le diagnosi per problemi di muffa e umidità nelle abitazioni, spesso rileviamo la presenza di muffe dietro i termosifoni.
Un’altra area comune è sotto i davanzali, specialmente quelli in un blocco unico che dall’esterno si estendono verso l’interno sotto l’infisso, senza un’adeguata interruzione termica tramite isolante.



Le muffe scure a macchie circoscritte crescono facilmente anche intorno agli infissi.
Le cornici delle finestre sono spesso punti di dispersione, attraverso i quali il calore del riscaldamento si perde rapidamente, causando critiche diminuzioni di temperatura e aumenti dell’umidità.
Se la finestra della stanza mostra gocce di condensa, si creano condizioni ideali per la crescita delle muffe, che possono apparire in soli due giorni anche se prima non ve n’era traccia.
In queste condizioni microclimatiche, sulla superficie della muffa nera si forma una pellicola invisibile che funge da barriera. È un biofilm estremamente resistente che protegge la muffa dai prodotti chimici antimuffa e la preserva da cambiamenti microclimatici potenzialmente dannosi.
Spruzzare il prodotto chimico e strofinare provoca una lesione parziale del biofilm. L’odore di fungo umido si intensifica a causa del rilascio immediato delle sostanze odorose precedentemente intrappolate sotto la patina, ma le muffe non vengono né abbattute né eliminate.
Le macchie nere molto spesso rimangono visibili e danno l’impressione di non averle nemmeno raggiunte.
Il motivo di questo risultato è duplice:
- la muffa aggredisce pesantemente la pittura e si insinua nei suoi micropori, in profondità
- la patina assorbe per buona parte l’effetto chimico sbiancante dell’antimuffa
Come abbiamo appreso, l’elevato tasso di umidità nell’aria, sulla parete, sulla superficie e sulla pittura, mantiene tutti i materiali bagnati, compreso lo strato di rasante che funge da base per la pittura.
È la situazione più complessa e articolata da risolvere, ma trova sempre una soluzione quando la diagnosi delle dinamiche viene eseguita con metodo ed esperienza.
Cosa Fare Contro le Muffe Terziarie
Gestire questa categoria di muffe è complesso poiché le dinamiche che ne favoriscono la crescita richiedono diverse soluzioni da identificare.
La prima azione da intraprendere riguarda l’umidità relativa e l’eccesso di umidità sulle pareti dove si forma la muffa.
Queste stanze sono umide da molto tempo: mesi durante l’ultima stagione di muffa, o addirittura anni se il problema è di vecchia data.
Per riequilibrare l’aria in modo costante e specifico, è necessario un intervento combinato di ventilazione meccanica controllata e isolamento termico delle pareti.
Le pitture rappresentano un altro punto critico. Utilizzare pitture antimuffa traspiranti, con l’idea che la “parete debba respirare”, spesso aggrava la situazione. Non si risolve un serio ponte termico semplicemente applicando due strati di pittura antimuffa che “lascia respirare il muro”.
Esploreremo anche il mito del muro che deve respirare, poiché questa affermazione è priva di fondamento.
Non si possono, inoltre, risolvere problemi di muffa, umidità e pareti senza isolamento termico con il fai da te utilizzando pitture, pannelli di polistirolo o fogli di sughero.

Conclusioni
Senza una diagnosi esperta delle dinamiche in gioco, ogni tentativo diventa un’opportunità persa per risolvere correttamente le cause e sradicare il problema alla radice.
Eseguiamo diagnosi dal 2018 e siamo specializzati in questa patologia dell’abitazione.
Contattaci per prenotare una diagnosi del tuo problema.
Clicca il pulsante in fondo alla pagina; dopo aver inviato l’email, un nostro tecnico ti contatterà entro 24 ore per concordare data e ora.
Ciao da Andrea
Cosa Abbiamo Imparato sulle 3 Categorie di Muffe
Hanno dinamiche diverse
Muffe primarie, secondarie e terziarie: ciascuna categoria si distingue per le specifiche dinamiche che instaurano nelle abitazioni.
Tutte queste muffe sono tossiche per la nostra salute e, sebbene possano variare in volatilità, rilasciano sempre sostanze nocive nell’aria.
Spesso nascoste, solo l’esperienza di esperti può individuarle e determinare le azioni risolutive appropriate
L’umidità deve venire controllata
Se l’umidità nell’aria o sulle superfici di pareti, soffitti e armadi raggiunge il 70%, compariranno le muffe.
Questo è un dato scientifico.
Anche se l’umidità dell’aria è entro la soglia di sicurezza, le muffe possono crescere a causa di ponti termici che devono essere eliminati.
È importante mantenere l’umidità relativa in casa intorno al 55% medio nelle 24 ore, preferibilmente al 50%
Serve un approccio multilaterale
Affrontare la muffa concentrandosi solo sul prodotto da utilizzare può portare a errori.
La muffa, pur essendo di piccole dimensioni, è un microrganismo complesso.
Se non si comprendono le dinamiche che ne favoriscono la crescita nelle abitazioni, si rischia un’espansione incontrollata e condizioni insalubri che non possiamo permetterci