Cappotto Isolante e Pioggia

Limiti del Cappotto Isolante se Piove

Le conseguenze della pioggia che bagna la facciata

Sulle facciate degli edifici privi di cappotto isolante esterno le macchie di bagnato sono facilmente riconoscibili.

È inevitabile che la pioggia e l’umidità le bagnino.

L’involucro edilizio ha la funzione, infatti, di proteggere l’abitazione dagli eventi atmosferici.
Pertanto è “fisiologico” che l’acqua lo bagni, anche intensamente, questo non deve farci preoccupare.

Almeno fino a un certo punto.

La cosa importante infatti è che la facciata possa asciugare in tempi rapidi, e che non siano presenti infiltrazioni di acqua.

Quando la Pioggia Diventa un Nemico

La pioggia quando batte sulle facciate lo fa in maniera irregolare.

Non tutte le zone si bagnano allo stesso modo.

Alcune non si bagnano affatto.

Ciò è la conseguenza di diversi fattori che entrano in gioco, tra i quali:

  • il rimbalzare delle gocce sugli elementi architettonici
  • l’inclinazione delle gocce in caduta
  • la spinta esercitata dal vento
Facciata bagnata dalla pioggia in modo disomogeneo

I punti maggiormente soggetti a bagnarsi sono sempre gli spigoli, l’intersezione tra balconi e pareti, i davanzali e le soglie delle porte, le aperture di finestre e porte finestre.

Ogni apertura presente sulla parete diventa un punto di rischio per le infiltrazioni di acqua e di umidità.
Ma non solo.

L’ingresso della pioggia interessa anche le superfici più esposte e che non vengono protette da cornicioni, tettoie, gocciolatoi, scossaline.

Meno protetta è la facciata, maggiori saranno i rischi di ingresso di acqua e di umidità.

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Facciata di un edificio moderno senza tetto e cornicione che la protegga dalla pioggia

Anche le crepe, le cavillature, le pitture distaccate e rialzate diventano aperture perfette per la pioggia.

L’importanza dell’Asciugatura

Nei suoi corsi Joseph Lstiburek, un’autorità riconosciuta a livello interazionale per i problemi legati all’umidità e alle infiltrazioni negli edifici e fondatore della “Building Science Corporation”, insegna che l’errore peggiore che dovrebbe sempre venire evitato, è quello di impedire l’asciugatura dell’acqua che bagna i materiali.

Esistono sistemi molto sicuri per isolare dalla pioggia e dall’umidità l’involucro edilizio.

E tra le diverse tecniche ritroviamo quella di far passare l’acqua, ma permetterle di scivolare via, garantendo così alle superfici impermeabili di asciugare.

Se l’acqua penetra nei materiali o dietro ad essi, ma non si può asciugare, allora i danni diverranno ingenti.

Così come in natura ciò che si bagna e si asciuga in modo opportuno viene preservato dal marcire e rovinarsi – pensiamo ai pali immersi nell’acqua della laguna di Venezia, le briccole, che hanno una durata media di circa 20 anni – anche in edilizia è valido questo principio.

L’umidità e l’acqua che non riescono ad asciugare correttamente, invece, genereranno matematicamente crescite biologiche, muffe, alghe, muschi, marcescenza e ammaloramento precoce dei materiali edili.

La prima foto a inizio pagina mostra molto bene come le zone più disperdenti, attraverso le quali il calore dell’appartamento fuoriesce più velocemente, si asciugano molto rapidamente.

Al contrario, quelle che rimangono più fredde, restano bagnate.

Se l’edificio non ha sulle facciate il cappotto isolante, le pitture asciugheranno limitando il pericolo di presentare acqua di ristagno o, situazione assai ben peggiore, acqua intrappolata dietro i pannelli isolanti incapaci di farla evaporare.

Le conseguenze si mostreranno all’interno dell’abitazione, perché si sposterà verso l’interno, causando macchie di umidità, sviluppo di muffe, trasporto di sali solubili e distacco delle pitture, e inumidirà armadi e arredi.

Un elemento molto utile nel proteggere le facciate è il cornicione.

Avere una sporgenza del tetto di 30-50 cm preserverà un’ampia superficie della parete dalla pioggia e dall’umidità.

Rimangono asciutte, e i vantaggi saranno diversi:

  • minore dispersione di calore – una parete esterna bagnata disperderà più calore, generando maggiore spreco termico
  • verrà evitata la crescita di muffe nere, muschi o alghe
  • allungheranno la vita media delle pitture e degli intonachini di rasatura

Cappotto Isolante: Un Doppio Taglio

Il cappotto isolante esterno ha dimostrato di apportare numerosi vantaggi, tra cui un miglioramento dell’efficienza energetica e una maggiore protezione dagli agenti atmosferici, oltre a migliorare l’isolamento acustico.

Tuttavia, una posa inadeguata può portare a infiltrazioni d’acqua dietro il rivestimento, situazioni sempre più frequenti, i cui danni emergono in tempi rapidi.

Fortunatamente non vengono coinvolte tutte le abitazioni sulle quali il cappotto è presente.

Ma su una buona parte di esse sì.

La pioggia e l’umidità che raggiungono il rivestimento a cappotto isolante, bagneranno la pittura se esso è tinteggiato, mentre bagneranno la rasatura se è questa l’ultimo strato coprente, ma impiegheranno più tempo ad asciugare rispetto ad un edificio senza rivestimento isolante.

Perché accade questo?

Per il motivo che l’isolante impedisce al calore interno di attraversarlo agevolando l’evaporazione dell’acqua.

E anche perché la sua superficie esterna sarà sempre fredda, raggiungendo in inverno temperature anche inferiori a quelle dell’aria, dal momento che una superficie umida sulla quale soffia il vento, perderà maggiore calore per effetto convettivo – pensiamo al sudore che evaporando ci raffredda.

I problemi iniziano quando l’acqua si infiltra dietro i pannelli isolanti.

Nel momento in cui è sotto di essi, non potrà più evaporare verso l’esterno.
Perché il polistirolo, che è il materiale più utilizzato per i cappotti, è impermeabile all’acqua liquida.

La conseguenza è che essa troverà una via di accesso verso l’interno dell’abitazione – e non c’è da dubitare che lo troverà – e inizierà a causare il rigonfiamento dell’intonaco, oppure il distacco della rasatura e della pittura, o genererà macchie di umidità e proliferazioni di muffe.

Parete bagnata dall’acqua piovana infiltrata dalla facciata

Da non trascurare la probabilità che l’acqua disciolga i sali igroscopici contenuti nei mattoni e nelle malte, i quali si mostreranno sulla superficie interna della parete, sotto forma di barbette bianche cristallizzate e molto friabili.

La posa corretta del cappotto esterno, l’esecuzione precisa delle giunzioni tra i pannelli, la chiusura e impermeabilizzazione puntuale delle aree di vulnerabilità dalle quali l’infiltrazione di acqua è quasi certa, l’utilizzo del corretto materiale da usare come base di partenza del cappotto, la posa di scossaline sui bordi delle pareti, dei rompi goccia sui davanzali, la presenza di un cornicione sporgente sono i principi base per avere una casa il più possibile protetta contro l’acqua.

Perché come insegna Lstiburek, la pioggia non cade mai verticalmente e bagnerà sempre il nostro edificio, generando una pressione idrostatica che spinge le gocce d’acqua verso l’interno delle abitazioni.

Le nuove tipologie di costruzioni più articolate e complesse per forma, materiali utilizzati e metodi costruttivi, sono più esposte a soffrire della patologia generata dall’infiltrazione di acqua, la cui risoluzione risulterà molto più costosa rispetto alle costruzioni tradizionali, a causa delle caratteristiche appena elencate.

Conclusioni

L’edificio moderno diventa sempre più sigillato e protetto contro il passaggio di aria e contro lo spreco di calore.

Ma significa che è contemporaneamente più indifeso nel momento in cui l’acqua e l’umidità riescono ad avere accesso attraversando i materiali e infiltrandosi attraverso i suoi punti vulnerabili.

Le abitazioni moderne, pur essendo progettate per limitare le perdite di calore e le infiltrazioni d’aria, sono più vulnerabili alle infiltrazioni d’acqua. Un’abitazione priva di cappotto tende a asciugarsi più facilmente, ma richiede una manutenzione costante per preservare l’integrità delle finiture.

D’altra parte, gli edifici con cappotto, pur garantendo vantaggi termici, richiedono un’attenzione particolare nella fase di costruzione per prevenire problematiche future.

Cosa Abbiamo Imparato

Ciò che si bagna deve asciugare

Le abitazioni devono venire protette dall’ingresso dell’acqua, qualsiasi sia la sua forma. Le murature originarie degli edifici senza cappotto isolante si bagneranno, ma potranno asciugarsi in tempi rapidi per via del calore interno che fuoriesce e le asciuga.
Il cornicione è un elemento importante perché protegge una buona parte della facciata dall’acqua della pioggia e dall’umidità.
Deve venire sempre assicurata la protezione dalle infiltrazioni da porte e finestre

Attenzione al cappotto isolante

Se posato correttamente rispettando le linee guida della buona posa, fornirà molti vantaggi.
Ridotto spreco di calore, miglioramento dell’isolamento acustico dai rumori esterni, protezione delle murature originarie dagli eventi atmosferici.
Ma se l’acqua e l’umidità si infiltrano dietro di esso, asciugheranno all’interno, sfogando sulle pareti interne.
L’intervento di sistemazione di questo problema costerà molto

Proteggere l’edificio dalla pioggia

È immancabile che l’edificio si bagni a causa della pioggia e dell’umidità.
Tecniche costruttive evolute fanno in modo che le pareti esterne e i fori di finestre e porte siano impermeabilizzate in modo ridondante.
Inoltre, l’acqua che possiamo prevedere entrerà, dovrà venire costretta a scivolare sopra i materiali impermeabilizzanti e fluire lontano dalla facciata.
Quei materiali dovranno asciugarsi per mantenere integra la loro funzione quanto più a lungo possibile